Qualche tempo abbiamo partecipato ad una discussione sul valore dei giochi. Valore nel senso monetario del titolo. Cioè un gioco che costa X, vale veramente X?
Ne è uscito un pò di tutto, dal dire che un gioco vale per il materiale che contiene oppure per le sensazioni che può dare quando si è seduti ad un tavolo. Altri invece lo valutavano in base al numero di partite che ci avrebbero fatto.
Tutto questo ci ha fatto pensare ad un titolo provato a Lucca nel 2016 assieme a Fabio Pagano allo stand della Giochi Uniti.
Il titolo ci piacque molto, ma secondo noi al prezzo proposto non lo avremmo sicuramente preso.
Poi per una pura coincidenza 4 mesi dopo su Amazon l'abbiamo trovato ad un prezzo (secondo noi) molto più accessibile e lo abbiamo acquistato.
Imhotep
Gioco del 2016, edito in Italia dalla Giochi Uniti.
Il gioco è semplice quanto geniale! Ognuno è in possesso di una riserva personale di cubetti del proprio colore (blocchi di pietra), con cui attraverso le navi consegna questo materiale nei cinque porti presenti sul tavolo.
La consegna e il posizionamento delle pietre fa fruttare ad ogni giocatore dei punti vittoria e, come accade praticamente sempre, chi ne ha di più viene dichiarato vincitore.
Sul tavolo vengono apparecchiati i 5 porti:
- il mercato dove è possibile prendere carte
- il tempio
- gli obelischi
- la tomba
- le piramidi
Ognuno di questi ha due lati per giocare. Un lato A pensato più per le prime partite e un lato B che, onestamente, alza il livello del gioco.
La partita dura 6 turni, in ognuno di essi viene rivelata una carta che rappresenta il numero di navi presenti e la loro stazza di carico e i giocatori possono eseguire
una delle quattro azioni possibili:
- prendere dalla riserva fino ad un massimo di tre pietre e piazzarle avanti a se;
- piazzare una pietra su una nave;
- giocare un carta dalla propria mano;
- muovere una nave verso un porto e far scaricare le pietre nell'ordine di comparizione.
finché tutte le navi non sono attraccate, a quel punto si assegnano i punti di fine turno e si rivela un'altra carta.
A fine partita si sommano tutti i punti e si vede chi ha vinto.
Ormai l'abbiamo giocato in due, in tre e anche in quattro e tutte le volte chi lo ha giocato ne rimane soddisfatto. Rende sempre è innegabile. La scalabilità è ottima e in quattro è difficile far tutto.
Lo si può giocare come gioco della serata, se i giocatori al tavolo son novizi, oppure come filler finché i cubetti non si sono addormentati del tutto.
Un gioco che un po' come Carcassonne può essere giocato a vari livelli, si può giocare con molto fair play oppure essere veramente antipatici e fare le
carognate con le navi altrui.
Che vi devo dire, fate un giro su playbazar e prendetene una copia!
Tutto questo ci ha fatto pensare ad un titolo provato a Lucca nel 2016 assieme a Fabio Pagano allo stand della Giochi Uniti.
Il titolo ci piacque molto, ma secondo noi al prezzo proposto non lo avremmo sicuramente preso.
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Imhotep
Gioco del 2016, edito in Italia dalla Giochi Uniti.
Il gioco è semplice quanto geniale! Ognuno è in possesso di una riserva personale di cubetti del proprio colore (blocchi di pietra), con cui attraverso le navi consegna questo materiale nei cinque porti presenti sul tavolo.
La consegna e il posizionamento delle pietre fa fruttare ad ogni giocatore dei punti vittoria e, come accade praticamente sempre, chi ne ha di più viene dichiarato vincitore.
Sul tavolo vengono apparecchiati i 5 porti:
- il mercato dove è possibile prendere carte
- il tempio
- gli obelischi
- la tomba
- le piramidi
Ognuno di questi ha due lati per giocare. Un lato A pensato più per le prime partite e un lato B che, onestamente, alza il livello del gioco.
La partita dura 6 turni, in ognuno di essi viene rivelata una carta che rappresenta il numero di navi presenti e la loro stazza di carico e i giocatori possono eseguire
una delle quattro azioni possibili:
- prendere dalla riserva fino ad un massimo di tre pietre e piazzarle avanti a se;
- piazzare una pietra su una nave;
- giocare un carta dalla propria mano;
- muovere una nave verso un porto e far scaricare le pietre nell'ordine di comparizione.
finché tutte le navi non sono attraccate, a quel punto si assegnano i punti di fine turno e si rivela un'altra carta.
A fine partita si sommano tutti i punti e si vede chi ha vinto.
Ormai l'abbiamo giocato in due, in tre e anche in quattro e tutte le volte chi lo ha giocato ne rimane soddisfatto. Rende sempre è innegabile. La scalabilità è ottima e in quattro è difficile far tutto.
Lo si può giocare come gioco della serata, se i giocatori al tavolo son novizi, oppure come filler finché i cubetti non si sono addormentati del tutto.
Un gioco che un po' come Carcassonne può essere giocato a vari livelli, si può giocare con molto fair play oppure essere veramente antipatici e fare le
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