giovedì 24 novembre 2016

Premonizioni e segni del destino: un viaggio mitologico

A settembre i miei suoceri hanno fatto una crociera in Grecia, visitando posti magnifici tra cui l'Oracolo di Delfi. 
Sarà stato un segno, una premonizione? 
Chissà... comunque quest'anno cosa viene presentato di bello ad Essen dove i
nostri amici IzioMan e LadyCaffeina sono andati?
Un nuovo gioco di Feld, il nostro amatissimo ideatore di giochi in scatola.
Evviva! Ci mancava un suo gioco quest'anno.
Così grazie ai nostri amici in loco, non riusciamo a comprare una scatola del gioco, ma addirittura riusciamo ad ottenerla con una dedica e autografo dell'illustre!

The Oracle of Delphi

Gioco del 2016, da 2 a 4 giocatori, durata 60-120 minuti.

Dopo aver letto il regolamento del gioco, mentre simultaneamente i Giullari lo stavano già provando (alla fine loro hanno fatto 2 partite mentre io ho solo simulato una paio di turni), mi rendo conto che Stefanone ha preso tutti i suoi vecchi giochi, ne ha estrapolato un po' di pezzi di qua, un po' di la e ne ha tirato fuori un gran bel giocone.


Infatti l'oracolo sembra il mancala di Trajan, c'è la possibilità di cambiare il risultato di un dado come in Castle of Burgundy, ci sono le carte che danno aiuti come in Bora Bora, la mappa con le navi all'Amerigo, il trasporto delle merci come in Macao, la costruzione dei templi come in Luna. Insomma avrà copiato parti di se stesso, ma l'insieme che ne è uscito è assolutamente vincente.

Un altra domanda che mi è sorta è: ma gli piacerà Asterix? Perché lo scopo del gioco è proprio riuscire a risolvere con successo le 12 fatiche, no, scusate, gli obiettivi ideati dal dio Zeus.

Il gioco è composto da un tabellone modulare dove vengono piazzati i mostri, i templi, le risorse e le terre da scoprire con la navigazione della nostra barchetta, che parte e deve tornare, tipo Ulisse, alla conclusione dei 12 obiettivi, dal Dio Zeus.

Inoltre ogni giocatore ha una propria plancia dove divinare l'oracolo Pithia con i 3 fantastici dadi, la scala per l'ascesa degli Dei verso l'Olimpo per poter invocare i loro effetti, la raffigurazione della nostra barca dove poter caricare le statue e le risorse, l'insieme dei mostri uccisi, le carte che ci daranno aiuti durante le azione ed infine le ferite che ci vengono afflitte dal Titano.

Il gioco non ha una durata in turni fissa, ma si conclude quando un giocatore riesce a risolvere tutti gli obiettivi.

Ma quindi niente insalatona di punti? Eh già proprio così, vince chi finisce prima!

E cosa si può fare in un turno? Un giocatore può navigare nel mar Egeo, esplorare terre, costruire templi e statue, uccidere mostri, curarsi le ferite o aiutare gli Dei a salire verso l'Olimpo.
Il gioco scorre veloce anche perché alla fine di un turno il giocatore deve tirare i dadi per il turno successivo e può quindi prepararsi la mossa successiva (meglio avere anche un piano di riserva), ma sveltisce (e non poco!) il gioco.

L'abbiamo provato sia in due che in quattro. Ovviamente si ci pesta i piedi un po di più, ma l'interazione è molto bassa e quindi ognuno riesce a fare quello che si prefissa. Ecco sembra un bel solitario alla fine, perché ognuno fa la sua strada e cerca di finire prima degli altri gli obiettivi.

Quindi, Stefanone se magari con un espansione ti inventi un modo per ostacolare gli altri renderesti un gioco bello, addirittura quasi perfetto. Tipo il poter attaccare le navi altrui per fargli perdere il carico magari, o dei pirati che trovi in mare ad ostacolarti, o dei mostri marini, Scylla e Cariddi, per dirne due... insomma idee ce ne possono essere. Così oltre ad una bella scatola autografata, ci troviamo anche con un bel gioco. Ora vediamo se lo troveremo ripetitivo o non ce ne stuferemo mai!


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